RISTORAZIONE ECLETTICA

Mama Shelter Roma racchiude lo spirito, la cultura e la cucina della capitale, aggiungendo un tocco stravagante e innovativo al panorama delle strutture ricettive romane. Il suo concept ha conquistato Grandimpianti, che ha realizzato il progetto in tempi record, come racconta il direttore commerciale Alessandro D’Andrade.

Situato sulla riva destra del Tevere nell’elegante quartiere Prati, l’ultimo arrivato nel Gruppo Mama Shelter si chiama Mama Roma ed è collocato nel cuore del centro storico della capitale, a poca distanza dalla Città del Vaticano e da boutique, bar e ristoranti alla moda della città.
Come i suoi predecessori, con il suo design innovativo, Mama Roma abbraccia la cultura locale senza perdere la sua identità distintiva.

Complessivamente, le cinque aree di ristorazione dell’hotel servono quasi 700 ospiti e sono state progettate da Grandimpianti, coinvolta nel progetto a fine 2018 per lo sviluppo di tutte le aree ristorazione: la cucina a vista del ristorante, l’osteria, i bar, il giardino estivo, la terrazza, le cucine e le aree di stoccaggio.
La fase di progettazione è iniziata un anno dopo, quando il project manager e l’executive chef Andrea Sangiuliano hanno incontrato a Parigi il team di Grandimpianti.
Il lavoro è stato portato a termine nel giro di un anno, passando per diverse proposte riadattate più volte per far sì che la progettazione delle aree ristorazione fosse in armonia sia con le linee guida globali di Mama Shelter, sia con le indicazioni della proprietà Romana.
Grandimpianti ha scelto le attrezzature più idonee per Mama Shelter Roma attingendo all’ampia gamma di marchi Ali Group. Tra queste: Rosinox, nota per la robustezza, la potenza e la modularità dei suoi prodotti, ha fornito i blocchi cottura della cucina principale, in cui sono state installate anche attrezzature Metos. Oem è stata scelta per i forni pizza, Comenda e DIHR per l’area lavaggio e gestione dei rifiuti e, infine, Scotsman ha fornito le macchine per il ghiaccio.

Leggi l'articolo completo pubblicato nella rivista Aliworld